Le basse temperature e il freddo dell’inverno portano spesso raffreddore, tosse, mal di gola, a volte febbre e influenza, quelli che tutti chiamano ‘mali di stagione’. Non tutti sanno però che, in verità, non è il freddo la causa di queste patologie invernali, o comunque non il solo. Il professor Enrico Brunetta, immunologo clinico di Humanitas di Milano, ne ha parlato in un’intervista.

Dalla ricerca nessuna evidenza tra freddo influenza e altre patologie

Il freddo, senza dubbio, può debilitare e indebolire il nostro organismo ma ad oggi gli studi epidemiologici e le ricerche non hanno trovato evidenza di un legame tra temperature rigide e infezioni virali o batteriche. “Non è semplice rintracciare le cause della stagionalità dell’influenza e altre infezioni tipicamente invernali”-  ha spiegato il prof. Brunetta – “ma non è proprio vero che il freddo di per sé è correlato ad un’aumentata incidenza di infezioni. Anche perché se fosse solo una questione di temperature, nei paesi con clima tropicale non ci sarebbero epidemie, che invece sono presenti”.

“Alcune ricerche hanno messo in luce una correlazione fra il calo dei livelli di vitamina D e la minore resistenza del sistema immunitario, che avrebbe meno difese contro virus e batteri”, ha chiarito Brunetta. “In inverno, c’è meno luce e l’esposizione al sole è ridotta. Per questa ragione il livello della vitamina D risulta più basso.

Ambienti chiusi e molto secchi favoriscono diffusione virus

Nei mesi invernali si vive più spesso in ambienti chiusi affollati, dove il ricambio dell’aria è meno frequente. “Il riscaldamento, spesso a temperature molto alte, rende l’aria piuttosto secca. Quando il livello di umidità si abbassa, tendiamo ad ammalarci più facilmente e questo accade probabilmente perché questa situazione di aria secca è più favorevole alla diffusione e all’infettività dei virus”, ha chiarito il prof. Brunetta. “Anche la presenza di un elevato numero di persone, come negli ambienti scolastici o in ufficio, favorisce la circolazione dei microorganismi responsabili di queste infezioni”.

Come difendersi: buone abitudini e vaccini

“Il presidio principale di difesa contro il virus dell’influenza è il vaccino consigliato a tutti e raccomandato soprattutto nelle fasce a rischio: bambini, persone con più di 65 anni o con patologie croniche, operatori sanitari e in molti casi di pazienti con immunodeficienze”, ha chiarito Brunetta aggiungendo che anche buone e banali abitudini, come lavarsi le mani, è uno dei principali metodi per contrastare la diffusione di veicoli microorganismi, virus e batteri.

Da Redazione Humanitas News